lunedì 9 novembre 2009

Investire nelle rinnovabili in Italia sembrerebbe essere rischioso

Nel paese delle meraviglie, sesta potenza al mondo durante la più grande crisi economica dal '29 ad oggi, potenza dove si cancellano gli aiuti fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, ma anche quelli per gli interventi contro il rischio idrogeologico e sismico a nemmeno 12 mesi da L'Aquila e Messina, potrebbe non essere così sicuro investire nelle fonti rinnovabili:

"Secondo uno studio condotto dalla Deutsche Bank sarebbe molto rischioso investire nelle energie rinnovabili in Italia.
La ricerca, intitolata "Global Climate Change Policy Tracker: An Investor's Assessment" e realizzata dal Deutsche Bank Columbia Climate Center presso l'Earth Institute della Columbia University, riguarda le politiche climatiche di 109 paesi e assegna a ognuna di esse un punteggio, sulla base della percentuale di rischio per gli investitori.
Quello che emerge è che l'Italia, a cui è stato assegnato il livello di rischio 3, risulta essere un paese dove è molto audace decidere di investire "perché non è chiaro che tipo di legislazione sul clima intenda adottare il governo Berlusconi"."

Fonte

Qui l'originale

vi riporto uno stralcio dall'originale:
The European Commission stated in 2008 that Italy is far from the targets set
at the European level. Several factors contribute to this including: uncertainty
due to recent political changes and ambiguities in current policy design;
administrative constraints such as complex permitting procedures at the local
level; and financial barriers such as high costs for grid connection. The current
EU Directive requires the Commission to start infringement proceedings
against Member States that fail to fulfil their obligations. Dorte Fouquet,
Director of the European Renewable Energies Federation, argues that the lack
of binding interim targets or penalty mechanisms are the weakest point of the
EU's renewable directive. The majority of the 61 legal proceedings initiated by
the European Commission between 2004 and April, 2009 were against Italy
for failing to adequately implement its renewable obligation

La Commissione europea ha dichiarato nel 2008 che l'Italia è lontana dagli obiettivi fissati a livello europeo. Diversi fattori contribuiscono a questa, tra cui: l'incertezza a causa di recenti cambiamenti politici e le ambiguità nella formulazione di politiche attuali; vincoli amministrativi come complesse procedure di autorizzazione a livello locale livello, e le barriere finanziarie come i costi elevati per il collegamento alla rete. L'attuale Direttiva UE impone alla Commissione di avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che non adempiono ai propri obblighi. Dorte Fouquet, Direttore della Federazione europea per le energie rinnovabili, sostiene che la mancanza di obiettivi intermedi vincolanti e meccanismi di sanzione sono il punto più debole del Direttiva rinnovabili dell'UE. La maggior parte dei 61 procedimenti giudiziari avviati dalla la Commissione europea tra il 2004 e aprile 2009 sono stati contro l'Italia per non aver adeguatamente dei propri obblighi rinnovabili.

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