mercoledì 2 luglio 2008

Finalmente anche il CNR si è espresso.

La notizia era stata diffusa questa mattina da Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma: la cittadina lombarda avrebbe deciso di vendere il proprio impianto inceneritore, il più grande del mondo, alla Campania. “La proposta - ha spiegato Noviello durante un incontro a Napoli - era di cederlo per 25 milioni di euro, meno di quanto serve per completare quello di Acerra.” Tale proposta, secondo il ricercatore, si giustificherebbe col fatto che “quell’impianto sta inquinando l'intera Lombardia” che pertanto sarebbe desiderosa di disfarsene. “A Brescia – prosegue - non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina”. Nonostante sia considerato uno dei più accreditati in quanto a funzionalità, infatti, l’inceneritore di Brescia, che è in grado di bruciare 750mila tonnellate di rifiuti l’anno, ha determinato un pesante impatto ambientale: “Brescia è il punto più inquinato del mondo, basta guardare il satellite – spiega ancora Noviello - Disastri ambientali lì sono stati documentati, dimostrati e accertati sotto tutti i punti di vista. Perfino la Commissione Europea è intervenuta. E' incredibile - conclude - che qualcuno proponga quell'inceneritore come modello." Anche il Cnr, dunque, unisce la propria voce al coro del “no” agli inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti, spiegando che “la soluzione individuata per mettere a regime la gestione dei rifiuti è una non-soluzione”, in quanto l'incenerimento “trasforma i rifiuti da solidi in aeriformi, ma restano tossici e nocivi”. In alternativa Noviello propone di fare ricorso alla “dissociazione molecolare, in grado arrivare quasi ad emissioni zero. O come la tecnologia al plasma, capace di rendere i rifiuti materiale totalmente inerte”. Si tratta di prospettive molto interessanti e valide, ma che purtroppo, almeno al momento, appaiono lontane anni luce dalle intenzioni delle istituzioni.

fonte

Nessun commento: