Dalla newsletters del blog di B.G. riporto una lettera veramente interessante utile per spiegare perchè il sistema Cinese è il sistema vincente e perchè non saranno i cinesi a "svegliarsi" ma seremo noi occidente "libero e domocratico" ad addormentarci come i cinesi! Il sistema Italia ha già cominciando la mutazione. La strada è stata imboccata anni or sono ma ancora nessuno se n'è accorto... la crisi economica sta solo accelerando i tempi.
L’8 agosto 2008 sono iniziate le Olimpiadi in Cina, un avvenimento pieno di contenuti simbolici, sia di tipo sportivo che di tipo politico, oltre ad essere un grosso affare commerciale.
Secondo il significato attribuito ai giochi nell’antichità, avrebbe dovuto essere anche un periodo di tregua e di pace e di fratellanza per il mondo, un sogno utopistico mai concretizzato sia in passato e neppure oggi, tenuto in alcun conto. Il conflitto sanguinoso scoppiato in Ossezia, contemporaneamente all’apertura dei giochi, ne è la prova non contestabile.
Tutto questo rientra nella farsa che si gioca sulla pelle della gente, enfatizzando in modo scandaloso dei principi ai quali, proprio chi li enfatizza, non da il minimo peso. Per attenuare questa cocente delusione è allora salutare cercare di separare le varie componenti di questo evento, per individuare le motivazioni nascoste e ragionando autonomamente, per spuntare le armi utili per il lavaggio del nostro cervello.
Dal punto di vista sportivo almeno tre sono le speranze legate all’evento. La prima è il duro lavoro svolto da centinaia di atleti, che per quattro anni con sacrifici notevoli hanno coltivato il sogno di poter partecipare e vincere. In questo caso la festa dello sport è la festa del merito, alla luce del sole, ove vince il migliore, un esempio di come dovrebbe essere affrontata la vita da parte di tutti, un esempio che valorizza l’umano orgoglio di essere consapevoli di aver fatto qualche cosa di notevole. Un esempio che oggi sarebbe più che mai da seguire, proprio perché il merito ,specie in Italia, è spesso considerato non un pregio ma un difetto.
La seconda speranza è quella che il risveglio dell’orgoglio nazionale per i successi degli atleti possa infondere fiducia nei cittadini e li stimoli ad affrontare con maggiore forza le difficoltà di ogni giorno, insomma se loro vincono, abbiamo vinto tutti.
La terza speranza è quella commerciale degli organizzatori, che viaggiando sulla testa di tutti, punta ad ottenere il massimo profitto economico per il solo fatto che influisce sulle scelte di centinaia di milioni di consumatori. E’ dunque anche una festa per il consumismo, per la moda, per l’effimero e per i bilanci delle imprese.
Se invece i giochi li vogliamo esaminare dal punto di vista politico, anche se molti ipocriti si scandalizzano dell’abbinamento, colpisce il fasto crescente associato ad ogni olimpiade che , non essendo a costo zero, ha certamente più il sapore di un massiccio investimento, che l’altruistico desiderio di festeggiare l’evento. Ci si illude di mettere in difficoltà questo colosso agitando le bandiere dei diritti umani, senza tener conto che di questi diritti umani non solo la Cina se ne infischia, ma che proprio coloro che li manifestano in ogni paese dovrebbero esaminare a casa propria se questi diritti umani sono tenuti in conto. E poi, altro che diritti umani, quando si tratta di fare affari, anche il diavolo è una persona rispettabile.
Ma sperare che la Cina li applichi, come viene auspicato, non solo è una illusione da poeti, ma dimostra di non aver capito nulla della politica che oggi viene portata avanti da questo paese.
I diritti umani, impongono di rispettare la democrazia, cioè un metodo che valorizza l’individuo come elemento singolo e non la massa . Ma il potere cinese ha la sua forza non nel singolo ma nella massa, e questa massa deve essere ubbidiente e mai e poi mai deve agire individualmente. Questa filosofia non è né originale nè scandalosa perché è applicata da sempre nelle guerre, ove il singolo conta zero, e la vittoria è legata all’obbedienza di tutti ad un solo capo , anche se questo spesso è un folle.
Ma non è scandalosa nemmeno in tempo di pace perché tutti sappiamo che i nostri partiti di massa si basano sul rispetto di una ideologia, accettata senza discussioni da tutti e, anche oggi, se qualcuno invoca la democrazia nella struttura di un partito, il minimo che riceve è una risata in faccia.
E questa filosofia non è scandalosa nemmeno da un punto di vista pratico perché, gestire una nazione rispettando scrupolosamente la democrazia, è molto più faticoso e costoso e impegna duramente le persone intelligenti, piuttosto che governare in modo autoritario, spesso considerando il paese una azienda personale ove la democrazia è una parola oscena. D’altra parte in casa nostra abbiamo solo una difficoltà di scelta tra coloro di ogni colore politico, che sono riusciti a conquistare una poltrona come difensori della democrazia e poi, una volta sulla poltrona, hanno governato da despoti.
L’8 agosto 2008 sono iniziate le Olimpiadi in Cina, un avvenimento pieno di contenuti simbolici, sia di tipo sportivo che di tipo politico, oltre ad essere un grosso affare commerciale.
Secondo il significato attribuito ai giochi nell’antichità, avrebbe dovuto essere anche un periodo di tregua e di pace e di fratellanza per il mondo, un sogno utopistico mai concretizzato sia in passato e neppure oggi, tenuto in alcun conto. Il conflitto sanguinoso scoppiato in Ossezia, contemporaneamente all’apertura dei giochi, ne è la prova non contestabile.
Tutto questo rientra nella farsa che si gioca sulla pelle della gente, enfatizzando in modo scandaloso dei principi ai quali, proprio chi li enfatizza, non da il minimo peso. Per attenuare questa cocente delusione è allora salutare cercare di separare le varie componenti di questo evento, per individuare le motivazioni nascoste e ragionando autonomamente, per spuntare le armi utili per il lavaggio del nostro cervello.
Dal punto di vista sportivo almeno tre sono le speranze legate all’evento. La prima è il duro lavoro svolto da centinaia di atleti, che per quattro anni con sacrifici notevoli hanno coltivato il sogno di poter partecipare e vincere. In questo caso la festa dello sport è la festa del merito, alla luce del sole, ove vince il migliore, un esempio di come dovrebbe essere affrontata la vita da parte di tutti, un esempio che valorizza l’umano orgoglio di essere consapevoli di aver fatto qualche cosa di notevole. Un esempio che oggi sarebbe più che mai da seguire, proprio perché il merito ,specie in Italia, è spesso considerato non un pregio ma un difetto.
La seconda speranza è quella che il risveglio dell’orgoglio nazionale per i successi degli atleti possa infondere fiducia nei cittadini e li stimoli ad affrontare con maggiore forza le difficoltà di ogni giorno, insomma se loro vincono, abbiamo vinto tutti.
La terza speranza è quella commerciale degli organizzatori, che viaggiando sulla testa di tutti, punta ad ottenere il massimo profitto economico per il solo fatto che influisce sulle scelte di centinaia di milioni di consumatori. E’ dunque anche una festa per il consumismo, per la moda, per l’effimero e per i bilanci delle imprese.
Se invece i giochi li vogliamo esaminare dal punto di vista politico, anche se molti ipocriti si scandalizzano dell’abbinamento, colpisce il fasto crescente associato ad ogni olimpiade che , non essendo a costo zero, ha certamente più il sapore di un massiccio investimento, che l’altruistico desiderio di festeggiare l’evento. Ci si illude di mettere in difficoltà questo colosso agitando le bandiere dei diritti umani, senza tener conto che di questi diritti umani non solo la Cina se ne infischia, ma che proprio coloro che li manifestano in ogni paese dovrebbero esaminare a casa propria se questi diritti umani sono tenuti in conto. E poi, altro che diritti umani, quando si tratta di fare affari, anche il diavolo è una persona rispettabile.
Ma sperare che la Cina li applichi, come viene auspicato, non solo è una illusione da poeti, ma dimostra di non aver capito nulla della politica che oggi viene portata avanti da questo paese.
I diritti umani, impongono di rispettare la democrazia, cioè un metodo che valorizza l’individuo come elemento singolo e non la massa . Ma il potere cinese ha la sua forza non nel singolo ma nella massa, e questa massa deve essere ubbidiente e mai e poi mai deve agire individualmente. Questa filosofia non è né originale nè scandalosa perché è applicata da sempre nelle guerre, ove il singolo conta zero, e la vittoria è legata all’obbedienza di tutti ad un solo capo , anche se questo spesso è un folle.
Ma non è scandalosa nemmeno in tempo di pace perché tutti sappiamo che i nostri partiti di massa si basano sul rispetto di una ideologia, accettata senza discussioni da tutti e, anche oggi, se qualcuno invoca la democrazia nella struttura di un partito, il minimo che riceve è una risata in faccia.
E questa filosofia non è scandalosa nemmeno da un punto di vista pratico perché, gestire una nazione rispettando scrupolosamente la democrazia, è molto più faticoso e costoso e impegna duramente le persone intelligenti, piuttosto che governare in modo autoritario, spesso considerando il paese una azienda personale ove la democrazia è una parola oscena. D’altra parte in casa nostra abbiamo solo una difficoltà di scelta tra coloro di ogni colore politico, che sono riusciti a conquistare una poltrona come difensori della democrazia e poi, una volta sulla poltrona, hanno governato da despoti.
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