sabato 3 maggio 2008

Petrolio, Uranio e Sole.

A questa pagina, potete trovare un'interessante intervista al Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia nella quale esprime la sua visione sulla questione Energetica.
Prima di tutto, Rubbia smaschera l'ennesima utopia che stiamo vivendo: la produzione di petrolio è in continua ed incontrastata diminuizione e continuerà a diminuire anche negli anni a venire. Quindi, la produzione non è in aumento e non aumenterà fino al 2025 come previsto dall'Agenzia internazionale dell'energia (IEA). Infatti, un recente studio dell'Energy Watch Group prevede un calo della produzione in tutte le aree del pianeta: 40 milioni di barili contro i 120 pronosticati dall'Agenzia! Ma non è finita qua. L'EWG prevede anche un progressivo calo della produzione di energia nucleare dovuta alla scarsità della materia prima: l'uranio. Anche in questo caso le previsioni sono in contrasto con i dati forniti dall'IEA.
Quindi, di fronte alla progressiva scarsità di petrolio e uranio, Rubbia sostiene che "Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".
Alla domanda, "ma il nuclare conviene o no?", Rubbia risponde dicendo che l'ultimo reattore costruito in America risale al 1979 (e questo ve l'avevo già detto!!!!) e che costruire un reattore oggi, significa vedere i primi KWh prodotti, nel 2016-2018!!!! Inoltre non bisogna dimenticare che l'uranio è in esaurimento... l'EWG prevede ancora 35-40 anni di autonomia delle riserve. E poi c'è sempre l'irrisolta questione delle scorie! ... insomma, il nucleare non è conveniente, parole di Nobel! L'unico nucleare plausibile secondo Rubbia è quello derivante dalla possibilità di utilizzare il torio al posto dell'uranio. In questo modo si utilizzerebbe "..un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile". Inoltre, questo tipo di impianto potrebbe servire per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo energia (prendo queste parole per dogmi di fede, per ora, perchè non ho fonti su cui documentarmi... se quei deficienti di giornalisti imparassero a mettere le fonti a piè di pagina...).
E per quanto riguarda il cosidetto "Carbone Pulito", a cui hanno strizzato un occhio sia UK che la Clinton, Rubbia si definisce decisamente perplesso. Il "Carbone Pulito" altro non è che la classica tenologia che sfrutta il carbone per produrre energia elettrica, alla quale si affianca ll tecnica CCS (Carbon Capture and Sequestration) grazie la quale, in parole povere, si prende tutta la CO2 prodotta e la si stocca sotto terra. La tecnica, come dicevo nel mio vecchio post, è una una figata ma secondo me dovrebbe essere usata con parsimonia e solo come "tecnica intermedia", cioè di passaggio da un regime fondato su idrocarburi e uranio a un regime fondato sul rinnovabile! Non può essere ritenuta una soluzione definitiva! Inoltre, Rubbia ci ricorda che la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. "No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".
A questo punto il cronista gli chiede: " E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?". E Rubbia:"Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità". Sapete che foto gli ha fatto vedere? Questa!
A questo punto il professor Rubbia spiega le due teniche che ho già spiegato nel mio post "A Solar Grand Plan"... non per tirarmela, ma quanto cazzo ci vedo lungo io? ok ok, basta applausi adesso...
L'intervista, poi, si conclude con questa domanda:
Se è così semplice, perché allora non si fa?
"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".
Insomma, che dire? la solita cosa: il rinnovabile si può e si deve fare! il Solare, sia esso termico, fotovoltaico, a concentrazione o che dir si voglia, si deve fare! è l'unica strada percorribile! E adesso sappiamo che lo è non solo dal punto di vista ambientale e della salute pubblica, ma lo è anche dal punto di vista economico! Dobbiamo cominciare a considerare i costi ambientali e i danni alla salute come costi veri e propri di ogni tecnologia!
Un sincero vaffanculo alle lobbies del carbone!

Nessun commento: